Barca di Venezia per Padova (Adriano Banchieri): Difference between revisions

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==Original text and translations==
==Original text and translations==


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INTRODUZIONE
Argomento
Ecco il Svegliato Umor che dalla Marca a Venezia sen vien tutto festoso
esortando ciascun entrare in barca.
 
Neghittosi, che fate?
A che sonno cercate?
Svegliatevi dall’ozio, entrate in barca
e pigliatevi luoco mentr’è scarca.
Eccomi a voi mandato
che son l’Umor Svegliato
sol per dirvi ch’udrete belle botte
solcando le palludi questa notte.
 
INTREMEDIO DE PESCAORI
IN LINGUA VENETA ANTICA
Argomento
Mentre che a furia in barca s’entra e esce, per assettar bagaglie e pigliar luochi, si sente in pescaria vendere il pesce.
 
Pescaori nù semmo,
el viver nostro xè la barca e ‘l remo,
tra galder e stentar
tra le lagune ne besogna star.
Se nù chiappemmo pesce
el viver non rincresce
ma spesso semmo avezzi
a restar senza bezzi.
Pescaori nù semmo,
el viver nostro xè la barca e ‘1 remo.
 
Aggiunta di venditori in pescaria
Ostreghe da bruazzo, bezzi, bezzi,
cappe sante, cappe longhe, cappe da dèo.
PARTENZA DEL PARONE DI BARCA
ALLA NINETTA SUA FAVORITA
Argomento
A un strepitar di gondole il Parone
saluta la Ninetta sua morosa
poi parla a i vuogadori e alle persone.
 
PARONE IN DIALOGO
Parone e Ninetta:
 
Par. Ninetta colonna.
Ni. Chi chiama la Ninetta?
Par. Me parto, bella fia,
ti xè la pi compia
che mai sia stà in Veniesia.
Ni. Torno presto, moroso, distù a mi?
Par. Quel tò visetto d’oro
el val un buccentoro.
Ni. Moia, moia, ti me soi.
Par. Quell’ochio marioletto
me fa andar in bruetto.
Ni. Non me soiar e ben.
Par. Quel labro inzuccarao
che me passa el figao.
Ni. Tasi là che me vergogno.
Car moroso mite lasso,
son chiamada zò da basso.
Par. Duro me sà partir,
me sent’oimè morir.
Su, vogaori, col vostro remo
chi dise andemo? An?
 
Rumor di gondole
Barche, premi, hò hè, va stagando.
 
Risposta di tutta la compagnia
Tutti tutti su andiamo allegramente
senza timor di niente.
 
BARCARUOLO DA CAURLE
Argomento
Sentite ii barcaruol (viso di fava)
su bei umori un spasso, o qualche ziogo metti in campagna, mentre andemo a Paua.
 
Daspuò che la mia barca
de tanti umor xè carca
un spasso proponemmo
mentre che a Paua andemmo.
 
LIBRARO FIORENTINO
Argomento
S’erge un libraro e grida: o passaggieri,
vorrei cinque cantori in barca e udrete
la nuova mescolanza del Banchieri.
 
Vorrei cinque cantori entro la barca
che il spasso sarà questo,
artificioso e onesto:
udrete o passaggieri,
la nuova mescolanza del Banchieri.
 
MASTRO DI MUSICA LUCHESE
Argomento
Chi sa cantar non facci più dimora,
s’accosti (dice un mastro della Solfa) che in barc’ avremo spasso una mezz’ora.
 
Venite tutti quanti,
chi sa cantare, avanti
ch’un spasso di mezz’ora
in barca avremm’or ora.
 
Aggiunta di Solfa
Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La,
La, Sol, Fa, Mi, Re, Ut
 
CINQUE CANTORI DIVERSI
Argomento
Ecco un napolitano e un fiorentino,
un chiozzotto, un tedesco e un bolognese
che in barca voglion fare il concertino.
 
Ianne Francisco son napoletano,
mò mò te fo pazziar con lo Soprano.
Zecho Bimbo mi chiamo fiorentino,
dirò il Falsetto perché son pizzino.
E mi son Sier Greghetto sbragazzao,
dirò el Contr’alto con petto sforzao.
Mò mi mò son Petruoni da Bulogna,
cantarò un Tenorazz sal ve busogna.
Mi star Tutesch, mi canter un Bassott
ma prima foler far un trinc sgott.
 
Aggiunta di belli umori
o buono, buono, senza richiamo,
ci contentiamo, ci contentiamo.
o buono, buono, or cinque siamo,
prima beviamo, doppo cantiamo.
 
BELL’UMORE VENEZIANO
Argomento
Voglion cantar per cosa capricciosa
(ma pria vad’il tedesco e il fiasco in ronda)
alquanti madrigali alla vezzosa.
 
Orsuso el fiasco in ronda
con patto alla segonda
Daspuò che bevù avremmo
voio che nù cantemmo
per cosa capricciosa
alquanti marregali alla vezzosa.
 
Il tedesco con il fiasco
Brindes, iò iò iò iò iò,
trinch, mi trincher col flascon,
brindes, iò iò iò iò iò,
trinch, mi star bon compagnon.
 
FULVIO AMANTE DI LIDIA
Argomento
Vezzi, manilli d’or gioie e catene
che porta al collo la vezzosa Lidia
son lacci al cor di Fulvio e aspre pene.
 
Lidia, per far morire
questo misero core
or lo stringi, or l’impiaghi ed or l’accendi
e in mille vezzi mille insidie tendi.
Tempra, deh, tempra l’ire:
ecco, già morto sono,
preso, trafitto ed arso eccol’in dono.
 
AMANTE ALL’AMATA
Argomento
Se brami il mio morir, fera fugace,
deh, non fuggir, che già morir non posso
avendo tu il mio cor teco seguace.
 
Lasso, perché mi fuggi
s’hai della morte mia tanto desio?
tu sei pur il cor mio.
Pensi col tuo fuggire,
crudel, farmi morire?
Ah, non si può morir senza dolore
e doler non si può chi non ha core.
 
AMANTE ALLA SUA DONNA
Argomento
All’amante fedel la fé negata
rendi, o prova, crudel, se non sarai
cagion di morte o indegnamente amata.
 
Io disleale? Ah, cruda,
voi negate la fede
per non mi dar mercede.
Se non basta languire
provatemi al morire,
e se ciò ricusate
perché la fé negate
che provar non volete?
O provate o credete.
 
AMANTE ALLA SUA DIVA
Argomento
Oggi tant’anni e son, caro ben mio,
ch’io nacqui sol per voi, dice l’amante
alla sua Diva con affetto pio.
 
Oggi nacqui, ben mio,
per viver vostro. Ecco la bell’aurora
che produsse colui
che il vostro sole adora.
O fortunato il mio natal se voi
direte con la lingua e col desio:
oggi nacque il ben mio.
 
MESCOLANZA A CAPRICCIO
Argomento
ALLA MUSICA
Stia a l’erta il buon cantor se questa usanza
gli parrà strana in tante mutazioni,
che ciò concede il nome mescolanza.
 
PRIMA PARTE
Baci soavi e cari,
cibi della mia vita,
ch’or m’involate or mi rendete il core,
per voi convien ch’io impari
com’un’alma rapita
non sente il duol di morte e pur si muore.
 
SECONDA PARTE
Quant’ha di dolce amore
perché sempre io vi baci,
o dolcissime rose,
in voi tutto ripose.
Deh, s’io potessi ai vostri dolci baci
la mia vita finire,
o che dolce morire.
 
RIZZOLINA A ORAZIO
SCOLARO SUO FAVORITO
Argomento doppio
Si passa con rumor Lizzafusina
e rassettate in barca le persone
stiamo a sentir che dice Rizzolina:
non più di grazia tanta confusione
né questi madrigali; al fin si burla
di Orazio suo che porta il pellizzone.
 
Non più di grazia questi madrigali.
Rizzolina son cortese,
la più bella del paese;
tutto il giorno fò l’amore
poi la sera alle due ore
il mio caro Pellizzone
fa sonar e cantar nel chittarone.
 
Applauso de gli belli umori
La trainaina, trainaina, trainainana,
la trainaina, trainaina, trainainana.
 
DIALOGO SPASSEVOLE
Argomento
Orazio e Rizzolina dialogando
mottegian con un’aria assai graziosa
ai passaggieri, che la van gustando.
 
PAROLE IN DIALOGO. RIZZOLINA E ORAZIO
O. Cuor mio bello, mi dirai
il bel naso che tu hai
il più bello non viddi mai
né così fatto a penel,
cuor mio bel, bel, bel.
R. Pellizzone, mi dirai
bella bocca che tu hai,
la più bella non viddi mai
né così fatta a rason,
Pellizzon, zon, zon.
O. Cuor mio bello, mi dirai
bella gamba che tu hai
la più bella non viddi mai
né così fatta a penel,
cuor mio bel, bel, bel.
R. Pellizzone, mi dirai
bella vita che tu hai,
la più bella non viddi mai
né così fatta a rason,
Pellizzon, zon, zon.
 
MERCANTE BRESCIANO
SINAGOGA Dl EBREI
Argomento
Nel traghettar al Dolo (o dolce spasso)
fan sinagoga a instanzia d’un bresciano
Bethel e Samuel, con gran fracasso.
 
PAROLE IN GUISA DI DIALOGO
Mer. Stè su a sentì el nostro Samuel
che vol fa sinagoga con Bethel.
Sin. Assach mustach zorocott
ahi barucai oga magoga ho.
La barucabà, la barucabà.
 
Applauso de gli belli umori
Con trainana, trainana, trainanana,
con trainana, trainana, trainanana.
 
RIZZOLINA CANTA
E ORAZIO SUONA IL LAUTO
Argomento
Finito per gli Ebrei l’aplauso e ‘1 riso,
suona Orazio il lauto e Rizzolina
canta un’ottava in versi all’improvviso.
 
PAROLE ALL’IMPROVVISO
Io mi ricordo quand’ero bambina
che la mia mamma mi facea carezze
e mi diceva: bella Rizzolina,
se non par or quelle tue bionde trezze
con le compagne poi sera e mattina
facea con lor l’amor ch’erano avezze
ed imparai sì bene a far l’amore
che a mille amanti il dì rubbavo il core.
 
Lauto
Tronc tronc tronc tin ti ri tronc
Tronc tronc tronc tin ti ri tronc
 
BARCARUOLI, PROCACCIO
E TUTTI AL FINE
Argomento
Giunti al portel di Padova i passaggieri
pagano il barcaruol cantando alfine
viva la mescolanza del Banchieri.
 
PAROLE IN GUISA DI DIALOGO
Bar. Daspuò che semmo zonti in tel portenenello
man a bezzi, non pi fandonie, va stagando.
Pro. O questa è un’altra musica
quanto vi vien per testa.
Par. Una da vinti e daspuò el beverazzo
con sanitae bon zorno e bon viazzo.
Pro. Si paghi e poi cantiamo, passaggieri,
viva la mescolanza del Banchieri.
 
Aplauso de gli passaggieri e tutta la compagnia
Viva la mescolanza del Banchieri.
 
CRICCA DI FINTI SOLDATI
Argomento
Uscendo i passaggier da tutt’i lati
per gir ai fatti loro, ivi s’affronta
certi guidoni finti per soldati.
 
I poveri soldati
tornati d’Ungheria
van cercando pietat’e cortesia;
s’alle contrade nostre giugneremmo
abbracciati saremmo
e gl’amici e parenti
pur che vivi torniam saran contenti.
 
Repulsa de gli barcaruoli
Và lavorà Guidon.
 


[[Category:Sheet music]]
[[Category:Sheet music]]
[[Category:Renaissance music]]
[[Category:Renaissance music]]

Revision as of 23:32, 23 April 2009

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Editor: Roel Griffioen (submitted 2009-04-23).   Score information: A4, 47 pages, 1.56 MB   Copyright: CPDL
Edition notes:

General Information

Title: Barca di Venezia per Padova
Composer: Adriano Banchieri

Number of voices: 5vv   Voicing: SSATB

Genre: SecularMadrigal

Language: Italian
Instruments: a capella
Published: 1605

Description:

External websites: http://www.roelgriffioen.nl/Barca/

Original text and translations

INTRODUZIONE Argomento Ecco il Svegliato Umor che dalla Marca a Venezia sen vien tutto festoso esortando ciascun entrare in barca.

Neghittosi, che fate? A che sonno cercate? Svegliatevi dall’ozio, entrate in barca e pigliatevi luoco mentr’è scarca. Eccomi a voi mandato che son l’Umor Svegliato sol per dirvi ch’udrete belle botte solcando le palludi questa notte.

INTREMEDIO DE PESCAORI IN LINGUA VENETA ANTICA Argomento Mentre che a furia in barca s’entra e esce, per assettar bagaglie e pigliar luochi, si sente in pescaria vendere il pesce.

Pescaori nù semmo, el viver nostro xè la barca e ‘l remo, tra galder e stentar tra le lagune ne besogna star. Se nù chiappemmo pesce el viver non rincresce ma spesso semmo avezzi a restar senza bezzi. Pescaori nù semmo, el viver nostro xè la barca e ‘1 remo.

Aggiunta di venditori in pescaria Ostreghe da bruazzo, bezzi, bezzi, cappe sante, cappe longhe, cappe da dèo.

PARTENZA DEL PARONE DI BARCA ALLA NINETTA SUA FAVORITA Argomento A un strepitar di gondole il Parone saluta la Ninetta sua morosa poi parla a i vuogadori e alle persone.

PARONE IN DIALOGO Parone e Ninetta:

Par. Ninetta colonna. Ni. Chi chiama la Ninetta? Par. Me parto, bella fia, ti xè la pi compia che mai sia stà in Veniesia. Ni. Torno presto, moroso, distù a mi? Par. Quel tò visetto d’oro el val un buccentoro. Ni. Moia, moia, ti me soi. Par. Quell’ochio marioletto me fa andar in bruetto. Ni. Non me soiar e ben. Par. Quel labro inzuccarao che me passa el figao. Ni. Tasi là che me vergogno. Car moroso mite lasso, son chiamada zò da basso. Par. Duro me sà partir, me sent’oimè morir. Su, vogaori, col vostro remo chi dise andemo? An?

Rumor di gondole Barche, premi, hò hè, va stagando.

Risposta di tutta la compagnia Tutti tutti su andiamo allegramente senza timor di niente.

BARCARUOLO DA CAURLE Argomento Sentite ii barcaruol (viso di fava) su bei umori un spasso, o qualche ziogo metti in campagna, mentre andemo a Paua.

Daspuò che la mia barca de tanti umor xè carca un spasso proponemmo mentre che a Paua andemmo.

LIBRARO FIORENTINO Argomento S’erge un libraro e grida: o passaggieri, vorrei cinque cantori in barca e udrete la nuova mescolanza del Banchieri.

Vorrei cinque cantori entro la barca che il spasso sarà questo, artificioso e onesto: udrete o passaggieri, la nuova mescolanza del Banchieri.

MASTRO DI MUSICA LUCHESE Argomento Chi sa cantar non facci più dimora, s’accosti (dice un mastro della Solfa) che in barc’ avremo spasso una mezz’ora.

Venite tutti quanti, chi sa cantare, avanti ch’un spasso di mezz’ora in barca avremm’or ora.

Aggiunta di Solfa Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, La, Sol, Fa, Mi, Re, Ut

CINQUE CANTORI DIVERSI Argomento Ecco un napolitano e un fiorentino, un chiozzotto, un tedesco e un bolognese che in barca voglion fare il concertino.

Ianne Francisco son napoletano, mò mò te fo pazziar con lo Soprano. Zecho Bimbo mi chiamo fiorentino, dirò il Falsetto perché son pizzino. E mi son Sier Greghetto sbragazzao, dirò el Contr’alto con petto sforzao. Mò mi mò son Petruoni da Bulogna, cantarò un Tenorazz sal ve busogna. Mi star Tutesch, mi canter un Bassott ma prima foler far un trinc sgott.

Aggiunta di belli umori o buono, buono, senza richiamo, ci contentiamo, ci contentiamo. o buono, buono, or cinque siamo, prima beviamo, doppo cantiamo.

BELL’UMORE VENEZIANO Argomento Voglion cantar per cosa capricciosa (ma pria vad’il tedesco e il fiasco in ronda) alquanti madrigali alla vezzosa.

Orsuso el fiasco in ronda con patto alla segonda Daspuò che bevù avremmo voio che nù cantemmo per cosa capricciosa alquanti marregali alla vezzosa.

Il tedesco con il fiasco Brindes, iò iò iò iò iò, trinch, mi trincher col flascon, brindes, iò iò iò iò iò, trinch, mi star bon compagnon.

FULVIO AMANTE DI LIDIA Argomento Vezzi, manilli d’or gioie e catene che porta al collo la vezzosa Lidia son lacci al cor di Fulvio e aspre pene.

Lidia, per far morire questo misero core or lo stringi, or l’impiaghi ed or l’accendi e in mille vezzi mille insidie tendi. Tempra, deh, tempra l’ire: ecco, già morto sono, preso, trafitto ed arso eccol’in dono.

AMANTE ALL’AMATA Argomento Se brami il mio morir, fera fugace, deh, non fuggir, che già morir non posso avendo tu il mio cor teco seguace.

Lasso, perché mi fuggi s’hai della morte mia tanto desio? tu sei pur il cor mio. Pensi col tuo fuggire, crudel, farmi morire? Ah, non si può morir senza dolore e doler non si può chi non ha core.

AMANTE ALLA SUA DONNA 

Argomento All’amante fedel la fé negata rendi, o prova, crudel, se non sarai cagion di morte o indegnamente amata.

Io disleale? Ah, cruda, voi negate la fede per non mi dar mercede. Se non basta languire provatemi al morire, e se ciò ricusate perché la fé negate che provar non volete? O provate o credete.

AMANTE ALLA SUA DIVA Argomento Oggi tant’anni e son, caro ben mio, ch’io nacqui sol per voi, dice l’amante alla sua Diva con affetto pio.

Oggi nacqui, ben mio, per viver vostro. Ecco la bell’aurora che produsse colui che il vostro sole adora. O fortunato il mio natal se voi direte con la lingua e col desio: oggi nacque il ben mio.

MESCOLANZA A CAPRICCIO Argomento ALLA MUSICA Stia a l’erta il buon cantor se questa usanza gli parrà strana in tante mutazioni, che ciò concede il nome mescolanza.

PRIMA PARTE Baci soavi e cari, cibi della mia vita, ch’or m’involate or mi rendete il core, per voi convien ch’io impari com’un’alma rapita non sente il duol di morte e pur si muore.

SECONDA PARTE Quant’ha di dolce amore perché sempre io vi baci, o dolcissime rose, in voi tutto ripose. Deh, s’io potessi ai vostri dolci baci la mia vita finire, o che dolce morire.

RIZZOLINA A ORAZIO SCOLARO SUO FAVORITO Argomento doppio Si passa con rumor Lizzafusina e rassettate in barca le persone stiamo a sentir che dice Rizzolina: non più di grazia tanta confusione né questi madrigali; al fin si burla di Orazio suo che porta il pellizzone.

Non più di grazia questi madrigali. Rizzolina son cortese, la più bella del paese; tutto il giorno fò l’amore poi la sera alle due ore il mio caro Pellizzone fa sonar e cantar nel chittarone.

Applauso de gli belli umori La trainaina, trainaina, trainainana, la trainaina, trainaina, trainainana.

DIALOGO SPASSEVOLE Argomento Orazio e Rizzolina dialogando mottegian con un’aria assai graziosa ai passaggieri, che la van gustando.

PAROLE IN DIALOGO. RIZZOLINA E ORAZIO O. Cuor mio bello, mi dirai il bel naso che tu hai il più bello non viddi mai né così fatto a penel, cuor mio bel, bel, bel. R. Pellizzone, mi dirai bella bocca che tu hai, la più bella non viddi mai né così fatta a rason, Pellizzon, zon, zon. O. Cuor mio bello, mi dirai bella gamba che tu hai la più bella non viddi mai né così fatta a penel, cuor mio bel, bel, bel. R. Pellizzone, mi dirai bella vita che tu hai, la più bella non viddi mai né così fatta a rason, Pellizzon, zon, zon.

MERCANTE BRESCIANO SINAGOGA Dl EBREI Argomento Nel traghettar al Dolo (o dolce spasso) fan sinagoga a instanzia d’un bresciano Bethel e Samuel, con gran fracasso.

PAROLE IN GUISA DI DIALOGO Mer. Stè su a sentì el nostro Samuel che vol fa sinagoga con Bethel. Sin. Assach mustach zorocott ahi barucai oga magoga ho. La barucabà, la barucabà.

Applauso de gli belli umori Con trainana, trainana, trainanana, con trainana, trainana, trainanana.

RIZZOLINA CANTA E ORAZIO SUONA IL LAUTO Argomento Finito per gli Ebrei l’aplauso e ‘1 riso, suona Orazio il lauto e Rizzolina canta un’ottava in versi all’improvviso.

PAROLE ALL’IMPROVVISO Io mi ricordo quand’ero bambina che la mia mamma mi facea carezze e mi diceva: bella Rizzolina, se non par or quelle tue bionde trezze con le compagne poi sera e mattina facea con lor l’amor ch’erano avezze ed imparai sì bene a far l’amore che a mille amanti il dì rubbavo il core.

Lauto Tronc tronc tronc tin ti ri tronc Tronc tronc tronc tin ti ri tronc

BARCARUOLI, PROCACCIO E TUTTI AL FINE Argomento Giunti al portel di Padova i passaggieri pagano il barcaruol cantando alfine viva la mescolanza del Banchieri.

PAROLE IN GUISA DI DIALOGO Bar. Daspuò che semmo zonti in tel portenenello man a bezzi, non pi fandonie, va stagando. Pro. O questa è un’altra musica quanto vi vien per testa. Par. Una da vinti e daspuò el beverazzo con sanitae bon zorno e bon viazzo. Pro. Si paghi e poi cantiamo, passaggieri, viva la mescolanza del Banchieri.

Aplauso de gli passaggieri e tutta la compagnia Viva la mescolanza del Banchieri.

CRICCA DI FINTI SOLDATI Argomento Uscendo i passaggier da tutt’i lati per gir ai fatti loro, ivi s’affronta certi guidoni finti per soldati.

I poveri soldati tornati d’Ungheria van cercando pietat’e cortesia; s’alle contrade nostre giugneremmo abbracciati saremmo e gl’amici e parenti pur che vivi torniam saran contenti.

Repulsa de gli barcaruoli Và lavorà Guidon.