Ma con Uranio (Ruggiero Giovannelli)
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- Editor: Willem Verkaik (submitted 2022-05-11). Score information: Letter, 3 pages, 302 kB Copyright: CPDL
- Edition notes:
General Information
Title: Ma con Uranio
Composer: Ruggiero Giovannelli
Lyricist: Jacopo Sannazaro
Number of voices: 4vv Voicing: SATB
Genre: Secular, Madrigal
Language: Italian
Instruments: A cappella
First published: 1585 in Sdruccioli, il primo libro de madrigali a quattro voci, no. 18
Description: There are 5 parts:
1. Dimmi caprar novello
2. Ma con Uranio
3. Cantiamo a prova
4. Scuse non mi saprai
5. Montan costui che meco
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Original text and translations
Italian text
1. Dimmi, caprar novello, e non t'irascere,
Questa tua greggia, ch'è cotanto strania,
Chi te la diè sì follemente a pascere?
Dimmi, bifolco antico, e quale insania
Ti risospinse a spezzar l'arco a Clonico,
Ponendo fra' pastor tanta zizzania?
Forse fu allor, ch'io vidi malinconico
Selvaggio andar per la sampogna, e i naccari,
Che gl'involasti tu, perverso erronico.
2. Ma con Uranio a te non valser baccari,
Che mala lingua non t'avesse a ledere:
Furasti il capro, ei tì conobbe ai zaccari.
Anzi gliel vinsi, ed ei nol volea cedere
Al cantar mio, schernendo il buon giudicio
D'Ergasto, che mi ornò di mirti, e d'edere.
Cantando tu'l vincesti? or con Galicio
Non udì io già la tua sampogna stridere,
Come agnel ch'è menato al sacrificio?
3. Cantiamo a prova, e lascia a parte il ridere;
Pon quella lira tua fatta di giuggiola;
Montan potrà nostre question decidere.
Pon quella vacca, che sovente muggiola.
Ecco una pelle, e due cerbiatti mascoli
Pasti di timo, e d'acetosa luggiola.
Pon pur la lira, ed io porrò duo vascoli
Di faggio, ove potrai le capre mungere;
Che questi armenti a mia matrigna pascoli.
4. Scuse non mi saprai cotante aggiungere,
Ch'io non ti scopra: or ecco il nostro Eugenio:
Far non potrai sì, ch'io non t'abbia a pungere.
Io vo Montan, ch'e più vicino al senio;
Che questo tuo pastor par troppo ignobile,
Nè credo ch'abbia sì sublime ingenio.
Vienne all'ombra, Montan; che l'aura mobile
Ti freme fra le fronde, e'l fiume mormora:
Nota il nostro cantar, qual'è più nobile.
5. Montan, costui che meco a cantar provasi,
Guarda le capre d'un pastor erratico.
Misera mandra, che'n tal guida trovasi!
Corbo malvagio, ursacchio aspro, e salvatico,
Cotesta lingua velenosa mordila,
Che trasportar si fa dal cor fanatico.
Misera selva, che coi gridi assordila:
Fuggito è dal romore Apollo, e Delia.
Getta la lira omai, che indarno accordila.
Oggi qui non si canta, anzi si prelia;
Cessate omai per Dio, cessate alquanto:
Comincia, Elenco, e tu rispondi, Ofelia.
La fanta Pale intenta ode il mio canto,
E di bei rami le mie chiome adorna,
Che nessun' altro se ne può dar vanto.
Jacopo Sannazaro, Egloga Nona, 1-36/ 43-57