Dunque fia ver, dicea, che mi convegna (Andrea Gabrieli)
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- Editor: Allen Garvin (submitted 2018-11-22). Score information: Letter, 9 pages, 171 kB Copyright: CC BY NC
- Edition notes:
General Information
Title: Dunque fia ver, dicea, che mi convegna
Composer: Andrea Gabrieli
Lyricist: Ludovico Ariosto : Orlando Furioso, Canto XXXII, ottave 18-21.}}
Number of voices: 3vv Voicing: ATB
Genre: Secular, Madrigal
Language: Italian
Instruments: A cappella
First published: 1575 in Libro primo de madrigali a 3 voci, no. 23–26
Description:
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Original text and translations
Italian text
Dunque fia ver (dicea) che mi convegna
cercare un che mi fugge e mi s’asconde?
Dunque debbo prezzare un che mi sdegna?
Debbo pregar chi mai non mi risponde?
Patirò che chi m’odia, il cor mi tegna?
un che sì stima sue virtù profonde,
che bisogno sarà che dal ciel scenda
immortal dea che ’l cor d’amor gli accenda?
Sa questo altier ch’io l’amo e ch’io l’adoro,
né mi vuol per amante né per serva.
Il crudel sa che per lui spasmo e moro,
e dopo morte a darmi aiuto serva.
E perché io non gli narri il mio martoro
atto a piegar la sua voglia proterva,
da me s’asconde, come aspide suole,
che, per star empio, il canto udir non vuole.
Deh, ferma, Amor, costui che così sciolto
dinanzi al lento mio correr s’affretta;
o tornami nel grado onde m’hai tolto
quando né a te né ad altri era suggetta!
Deh, come è il mio sperar fallace e stolto,
ch’in te con prieghi mai pietà si metta;
che ti diletti, anzi ti pasci e vivi
di trar dagli occhi lacrimosi rivi!
Ma di che debbo lamentarmi, ahi lassa,
fuor che del mio desire irrazionale?
ch’alto mi leva e sì ne l’aria passa,
ch’arriva in parte ove s’abbrucia l’ale;
poi non potendo sostener, mi lassa
dal ciel cader: né qui finisce il male;
che le rimette, e di nuovo arde: ond’io
non ho mai fine al precipizio mio.